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BIO SI, BIO NO servizio di Adriana Romeo, inviata speciale per tele-in-liguria-webtv.com
Non so voi ma io ho una grossa confusione sul discorso biologico. Che il cibo non manipolato sia più saporito, su questo siamo tutti d’accordo. Che sia meno bello da vedere anche questa è una realtà.
L’agricoltura biologica non è da confondere con quella che oramai ha preso largamente piede ‘dal produttore al consumatore’ o ‘quella a chilometro zero’ che non necessariamente deve essere biologica. Ormai i prodotti biologici devono essere certificati e avere il marchio dell’Ente certificatore.
L’agricoltura biologica in Europa è stata regolamentata per la prima volta a livello comunitario nel 1991. Solo nel 1999 sono state regolamentate anche le produzioni animali.
Nel giugno del 2007 è stato adottato un nuovo regolamento CE per l’agricoltura biologica, Reg. (CE) n° 834/2007, che abroga i precedenti ed è relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici sia di origine vegetale che animale (compresa l’acquacoltura).
Gli organismi di controllo autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) sono enti di certificazione a cui la legge assegna il compito di verificare il rispetto dei regolamenti attuativi da parte delle aziende biologiche e concedere il proprio marchio da apporre alle etichette dei prodotti venduti dall’azienda associata. Tali organismi devono rispettare il principio di “terzietà” non intrattenendo altri rapporti commerciali o di consulenza con le aziende certificate; le Regioni e le Province a statuto speciale sono preposte al controllo di questo aspetto.
Gli organismi di controllo effettuano ispezioni presso le aziende associate con cadenza almeno annuale. La valutazione consiste in un sopralluogo di un auditor dell’organismo che controlla il rispetto delle normative e delle procedure, la tenuta dei registri e se necessario, in presenza di sospette violazioni, preleva campioni da sottoporre ad analisi.
Fin qui abbiamo semplicemente detto che un prodotto per essere biologico deve essere certificato da enti competenti, ma non abbiamo parlato se mangiare, bere e lavarsi bio sia meglio o peggio che usare prodotti normali. Un giornale, Largo Consumo, che si occupa della tutela dei consumatori facendo test sui prodotti che consumiamo e usiamo, segnalandoli a noi consumatori, ha fatto nel numero di settembre una inchiesta molto interessante sull’argomento, di cui segnaliamo il link (http://www.altroconsumo.it/alimentazione/prodotti-alimentari/news/prodotti-bio/2) lasciamo a voi lettori l’onere di trarre le conclusioni.
Sempre in internet abbiamo trovato una interessante iniziativa, promossa dal supermercato ‘cuorebio’ di Savona (http://www.negozicuorebio.it/it/negozi/progetti-e-iniziative):
W LA SCUOLA: L’AGRICOLTURA BIO SPIEGATA AI BAMBINI. Il progetto mira a far conoscere il mondo del biologico ai bambini e ai loro genitori attraverso quattro storie di personaggi legati all’agricoltura bio. “Richi gli amici lombrichi”, “La banda dell’orto”, “La famiglia Mangiabene” e “Mica la mucca amica” insieme formano un gruppo di amici della natura e colorano le copertine dei quadernoni realizzati in carta riciclata.
Sono quattro storie e i bambini colorando vengono così a contatto col mondo bio.
Adriana Romeo